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Teverola per secoli è stato un piccolo paese agricolo, posto nella fertile pianura di Terra di lavoro.

La sua collocazione sull’antica Via Consolare Campana, che da Pozzuoli arrivava a Capua antica per congiungersi alla via Appia, la fa immaginare al tempo dei Romani stazione di sosta lungo il percorso che da Roma portava al litorale flegreo. Per alcuni a ciò si dovrebbe il nome di Teverola che potrebbe derivare da “Tabernola”.

Intorno a questo primo insediamento lentamente si sarebbe sviluppato il paese che per secoli avrà ospitato poche centinaia di persone che hanno consumato le loro vite nelle povere case e nei campi circostanti senza avere conoscenza di altra realtà.

Il lavoro dei campi ha segnato il passare delle stagioni e il ritmo di vita è stato a lungo influenzato dagli eventi climatici e da qualche signorotto locale. Teverola è stata a lungo unita ai villaggi di Carinaro e Casignano che nel 1856 chiesero ed ottennero, dopo un lungo iter burocratico, di diventare un comune indipendente.

Il paese doveva svilupparsi probabilmente lungo il corso dell’attuale Via Garibaldi, centro storico della cittadina, a metà della quale si ergeva e si erge ancora oggi un maestoso palazzo signorile con ampio cortile interno e scalone di accesso ai piani superiori. Davanti al palazzo si apre l’ampia Via Cavour conosciuta come “Largo del Palazzo”, al centro della quale dopo il primo conflitto mondiale fu collocata una semplice stele con testa di donna incoronata, conosciuta coma “La regina”, in onore dei cittadini caduti per la patria.

Le prime notizie sull'abitato risalgono al X secolo, menzionato in un documento che attesta la sua donazione al monastero di San Vincenzo al Volturno da parte del principe di Capua Landolfo I. Nel periodo angioino era uno dei possedimenti dei Stendardo e durante la dominazione aragonese venne concesso in feudo alla famiglia dei Mormile. Tra i diversi feudatari vi furono anche i Carafa, che lo tennero fino all’abolizione della feudalità.

Nel 1929 venne fuso con Casaluce, formando il comune di Fertilia[2]. Questo venne soppresso nel 1946, ricostituendo i due comuni preesistenti.

La seconda guerra mondiale portò fame e lutti. Un episodio tristemente celebre ricorda il martirio di quattordici carabinieri trucidati dai nazisti dopo che agli stessi era stata fatta scavare una fossa che avrebbe ricevuto i loro corpi dopo un’esecuzione fredda e spietata. Una lapide su Via Roma alle porte di Aversa ne ricorda il sacrificio nel luogo dove avvenne l’eccidio. Un’altra piccola stele sempre su via Roma, prima del bivio per Casaluce, ricorda tutti i caduti della seconda guerra mondiale

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